mercoledì 25 luglio 2012

Conto alla rovescia.


Meno cinque.
Come le mie cinque canzoni preferite.

Meno quattro.
Gatti.
In fila per sei. Col resto di due.

Meno tre.
Come in tutte le coppie che si rispettino.

Meno due.
Come gli occhi. Ed il cuore.

Meno uno.
Che è solitudine. E perfezione.

Ferie.

Sino a data da definirsi.

mercoledì 18 luglio 2012

Imbrunire.



Una mattina mi sono svegliata.
Ed erano li.
Bianchi.
Solitari testimoni del tempo che passa.
Tra ricci. E capricci.

Che non è mai troppo presto.
Per invecchiare.

Che sono curiosa.
Del tempo che verrà.
E non mi voglio più scordare.

Di me stessa.
E di quello che è stato.

lunedì 16 luglio 2012

Vertigini.


Ogni volta ci casco.
Mi faccio coraggio.
Un bel respiro.
E via.
Si sale.

Guardo il mondo dall'alto.
Il vento tra i capelli.
Un pizzicorio alle ginocchia.
Non pensarci.

Afferro la corda.
E inizio a guadagnare il vuoto.
Passo dopo passo.
Non guardare.
Sei legata.

Le ginocchia tremano.
Anche le mani.
La testa inizia a girare.
Sei legata.

I bambini dietro di me iniziano a mormorare.
Ignorali.
Non sanno neanche cosa sia un'integrale.

Ancora un passo.
La corda trema.
O forse sono io.

Un altro passo.
Oddio. Morirò.

Abbraccio riconoscente il solido albero.
Accorso in mio soccorso.

Scusate. Soffro di vertigini.


E l'hai scoperto ora?
Già.
Evidentemente gli integrali non sono sufficienti.

mercoledì 11 luglio 2012

Inferno.



Prima o poi.
Devo scrivere a Dio.
O a Dante forse.

Voglio sapere se c'è.
Da qualche parte.
Sperduto tra le novità.
Un girone infernale.
Per chi.
Invia i file Excel protetti.

Stupido dirigente regionale.
Come posso analizzare il tuo passato. E predirti il futuro.
Se non posso accedere ai tuoi dati?

Spero che marcirai.
Solo.
Sperduto in quel file.
Che nessuno può aprire.

Senza neanche l'uso del congiuntivo.

mercoledì 4 luglio 2012

Radio giornale.


E ci ritroviamo.
A parlare del tempo.
Come perfetti estranei.

Il meteo.
Hai visto che nubi.
Non se ne può proprio più.

Ed ecco che arriva Scipione.
L'africano.
A soddisfare i desideri più torridi.
Attanaglia l'Italia.
Gozzoviglia lungo le strade.
Infierisce sui passanti distratti.
Sull'umida Sardegna.
Sull'afosa Napoli.
Sull'invivibile Milano.

I vestiti si accorciano.
Le cravatte stringono. Sempre più.

Ci si strappa la pelle di dosso.
E neanche la notte porta ristoro.

Io sogno il vento.
Che solleva le gonne.
E arrossa le guance.

Tò piove.