lunedì 31 gennaio 2011

Quarantadue ore.

FOTO: chylle

Pisa è esattamente come l'avevo lasciata.
E' un ricordo ghiacciato.
Che si scioglie sotto i miei occhi.

I miei piedi seguono i loro passi.
In automatico.
E mi conducono. Senza che possa oppormi.

I lungarni.
Le bici che sfrecciano.
Le mattonelle traballanti.
Una giornata di sole. Tutta mia. Tra una pioggia e l'altra.

E' un discorso interrotto. Che riprende.
Con naturalezza. Proprio dove l'avevo lasciato.

mercoledì 26 gennaio 2011

Acqua.


La mattina. Alle undici. La piscina è vuota.
Ho la corsia tutta per me.
Mi butto nell'acqua fredda.

Ed è come immergersi nei propri pensieri.
Turbinano veloci. Dentro la mia scatola cranica.

Ma. Una bracciata dopo l'altra.
La testa si svuota.
E mi perdo nella monotonia di quei gesti.
Nel suono dell'acqua.

Tutti i pensieri muoiono. Affogati.
Senza più ossigeno c'è solo il presente.
Freddo e bagnato.

E' proprio vero.
L'acqua lava via tutti i problemi.

martedì 25 gennaio 2011

Così. Di punto in bianco.

Salve.
Domani è libera?

Passi per un colloquio conoscitivo.

Domani?!
Così. Di punto in bianco.
Neanche il tempo di accarezzare l'idea. Di preparami.

Ed io cosa mi metto?!

lunedì 24 gennaio 2011

E' un momento importante.

Ora che tutto è fissato.
Devo solo capire. Di cosa voglio parlare.

Cosa mi passa per la testa?

Di cose di cui non riesco a parlare.

FOTO: presa da qui
C'ho provato una volta. Due. Tre.
A scrivere questo post.

Ma proprio non ce la faccio.
Ogni libro è una storia d'amore privata.
Che non riesco a condividere.

Emozioni di cui non riesco a parlare.
E' un gioco di sguardi.
Un profumo che mi conservo nelle narici sino ad addormentarti.
Solo per me.

E quindi vi beccate i consigli per gli acquisti. Senz'anima.
Ma fidatevi.

Accabadora. Michela Murgia.
Uno stile poetico e scabro. Silenzi così familiari. Per parlare della vita e della morte.
Della vita in un paesino sardo negli anni '50. Di una famiglia diversa eppure così naturale.
Della morte e delle sue scelte. Dell'accettazione.

Il buon Gesù ed il cattivo Cristo. Phillip Pullman.
E se tutto quello che ci hanno sempre raccontato non fosse che il frutto di un tranello diabolico? Il potere delle parole.
Una storia che tutti noi conosciamo. Rivista. Che lascia un dolce dubbio.

Il corpo delle donne. Lorella Zanardo.
In Italia siamo diventati un unico popolo con un'unica lingua grazie alla televisione.
Ma ora questo piccolo schermo cosa ci trasmette? Cosa c'insegna?
Che modello per le donne?

Sii bella e stai zitta. Michela Marzano.
La parità dei diritti in Italia è ancora un fantasma lontano. Le donne sono spezzate tra il senso di colpa ed il desiderio d'accettazione.
Chissà di cos'abbiamo paura.

domenica 23 gennaio 2011

La nebbia.




La nebbia mi confonde.
Patina misteriosa che s'ingoia la mia città.
E mi lascia lì. Con qualche dubbio. E la voglia di perdermi.

sabato 22 gennaio 2011

Invece nulla.


Torno a casa un po' malinconica.
Vi ho visti assieme.
Abbiamo parlato.
Vi ho sorriso.
Click!

Vi ho scattato una foto.
Ed è così terribilmente bella che in fondo non me ne frega nulla di voi. Di te soprattutto. Mi importa solo delle mie foto.

Eppure stavolta ci avevo davvero creduto.
Che mi sarei potuta pure innamorare.
Invece nulla.

venerdì 21 gennaio 2011

Scontri culturali.


Gintare. Giovane giornalista lituana.
Ci prepara una cena tipica.

Un fantastico tortino di patate e pancetta. Servito con una crema di panna acida.
E per mantenerci leggeri.
Un'insolita insalata di uova. Formaggio. E maionese.
Dove l'aglio risulta l'ingrediente più leggero e salutare.

E noi. In preda a una crisi colesteroica.
Cerchiamo di spiegarle come funzioni la libertà d'informazione in Italia.

Ma lei sembra un poco perplessa.
Ci chiediamo come mai.

mercoledì 19 gennaio 2011

Racconti epici.


Sono la regina del mio divano.
Dall'altro del mio trono osservo Milano venir ingoiata dalla nebbia.
Sorseggiano un magico infuso di thè fruttato.
Lo sento scivolare lungo la gola. Caldo. E benefico.
Lo sento decimare come lava calda i malefici virus che hanno preso d'assalto la mia fortezza.
La lotta la dentro infuria da giorni ormai.
Le truppe del fido Cavalier Orudis riconquistano terreno. Ora dopo ora.
Gettando i cadaveri dei caduti nel fiume delle mie emozioni che scorre impetuoso.

Dall'alto della collina la mia fantasia osserva il tutto.
Si volta. E galoppa via fiera.
Verso la nebbia.

martedì 18 gennaio 2011

Hey tu!



Si proprio tu. Che passi qui. Leggi e non dici mai nulla.

Lasciami un commento.
Un insulto gratuito.
Un saluto.
Quello che ti pare.

Ma non lasciarmi a dialogare da sola.

Ci sono cose che proprio non capisco.


C'è qualcosa che mi sfugge.

Vi prego.
Qualcuno mi spieghi come le unioni di fatto possano "penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti".
Io devo essere troppo limitata.
Proprio non ci arrivo.

E già che ci siete spiegatemi anche questo favoloso sillogismo.

In Italia si praticano troppi aborti.
I giovani non usano contraccetivi. E non sono informati.
Conseguentemente. L'educazione sessuale è una minaccia per le famiglie italiane.

lunedì 17 gennaio 2011

Basta.

Mi richiudo nel mio bozzo di febbre e tosse.
E domani rinasco.

Libera. E felice.
Come gli assorbenti Lines.

Ritorni.

FOTO: marettay

Conto alla rovescia.
Presto si torna a Pisa.
Qualche ora.
Tre giorni.

Per vedere un'amica.
Per farmi scrivere qualche lettera.
Per rivedere i Lungarni.
Farmi assalire dalla nostalgia. E dai ricordi.
Per pedalare sulle Piagge.

E per fare i conti col passato.
Che forse è anche ora.

sabato 15 gennaio 2011

Le vocine dentro la mia testa mi discriminano.

Perché sono diversa.

Ricordi.

FOTO: unsuono

Non ho tanti ricordi di mio nonno.

Diabetico. Ci dava i soldi di nascosto per comprargli le caramelle.
Profumava di colonia. E non alzava mai la voce.
Sordo. Solo quando faceva comodo a lui.
Col suo sorriso sdentato.
E quelle storie che non capivo mai fino in fondo.

E quel giorno d'aprile di tanti anni fa.
Mentre si faceva bello per il suo novantatresimo compleanno.

Nonno. Ma queste camicie sono tutte vecchie e rovinate.
Apriamone una nuova.


No.
No.

Quelle le sto conservando per quando sarò vecchio.

venerdì 14 gennaio 2011

Dipendnze.

In overdose da musica.

Sono sempre in preda ai dubbi.




Sono di nuovo in preda ai dubbi.
Terribili. Ed atavici dubbi.
Dubbi etimologici.

Finocchi. Ed omosessuali.
Che legame c'è?
Perché?
Quando?
Che senso logico ha l'accostamento?

Io domando.
E la rete risponde.
E scopro anche che c'è chi ci ha perso tanto tempo. Ma davvero tanto.
Senza arrivare però alla soluzione definitiva.

Qualcuno insinua strani legami tra i salami. Ed i semi di finocchio. Usati per insaporirli.
Ma non mi convince.
Proprio per nulla.

Qualcun altro trova collegamenti improbabili tra i roghi sodomiti medioevali. Ed i vegetali.
Che pare siano un ottimo rimedio contro la puzza di carne bruciata.
Ma neanche questo mi convince tanto.
Anche se è un'informazione utile per il mio futuro di piromane assassina.

Si mormora invece che i finocchi maschi siano molto più gustosi di quelli femmine.
Ed io la prendo per buona.
E' una spiegazione così romantica. In fondo.

giovedì 13 gennaio 2011

Propositi.


Prima o poi bisogna riniziare.

E' solo una questione mentale.
Non è così difficile come sembra.
Si tratta solo di trovare la forza di uscire di casa. Al freddo. E al gelo.

Poi una volta ripreso sarà come una droga.
Un bisogno fisico e mentale.
Una necessità quotidiana.
Un impulso irresistibile.
Un desiderio segreto.

Devo solo riniziare.

Oggi splende il sole.
E' destino.

mercoledì 12 gennaio 2011

Perversioni.

Chi è quel malato che è capitato nel mio blog cercando Donne francesi coi baffi?!

La prima volta.

FOTO: the_frog

I primi sono arrivati.
Ci hanno invaso il salotto.
Con i loro zaini. Pieni sino ad esplodere.
Con i loro sorrisi. Carichi d'avventura.
Con la loro musica. Ed i loro ritmi.

Con la cachaça. Ed il . Bevuto come un calumet della pace.

Ci siamo ghiacciati assieme per Milano.
Rubando gli ultimi assaggi dei mercatini natalizi.
Perdendoci a Chinatown. In discorsi senza capo ne coda.

Ed ora questo salotto è così vuoto.
E fin troppo ordinato.

Brutta cosa la dipendenza da couchsurfing.

martedì 11 gennaio 2011

I lunedì Disney. Gli aristogatti.

FOTO: presa da qui.

Siamo dei nerd.
Duri. Puri. Ed impenitenti.

E ovviamente abbiamo in nostro cineforum del lunedì.
I classici Disney.
Che. Come ci insegna Wikypedia. Sono cinquanta.
Ad oggi.

Alcuni li abbiamo tutti nel cuore.
Altri. Come il famosissimo Bongo ed i tre avventurieri. Non li abbiamo mai sentiti nominare.
Ma vanno rivisti tutti.
Senza sconti a quanto pare.
(Mannaggia a voi!)

E da adulti si iniziano a capire tante cose.

Gli Aristogatti.
Per esempio.

E' inutile che Duchessa faccia tanto la sostenuta.
E' una gatta madre.
Con micini di ogni colore.

E porta i suoi piccoli in locali di dubbio gusto.
Frequentato da immigrati irregolari.
E nei quali. Secondo me. Circolano pure anacronistiche pasticche allucinogene!

lunedì 10 gennaio 2011

Prendiamola con filosofia.

Fatto. Spedito.

Ansia.

Refresh. Refresh. Refresh.

Sembra che l'abbia vissuta proprio bene.

Uno. Due. Tre. Zzzz.

FOTO: epurina

A volte mi lascio cullare dai dubbi.
Ma per quale motivo contiamo le pecore per cercare di addormentarci?
Forse son animali particolarmente noiosi.
Oppure a buon mercato.

Bianchi e pacifici batuffoli di lana sporca.
Ci donano tutta la loro essenza.

Il frutto del loro amore materno.
Con cui creiamo formaggi indimenticabili.
I loro caldi vestiti.
Ogni giorno. Riempiono con gioia i paesaggi della campagna sarda.
Altrimenti così tristemente vuota.
E a Pasqua rallegrano le nostre tavole.

E noi per ricompensarle.
Le facciamo lavorare pure la notte.

Tzè.

domenica 9 gennaio 2011

Imparzialità.




FOTO: usadifranci

Poi a volte capita che i fratelli siano due.
E bisogna essere imparziali.
E sfruttarli equamente.
Sia come tecnici della luce. Ergo reggi-lampadine.
Che come modelli.

E con un copriletto blu. Un'abatjour. E tanta complicità fraterna.
Qualcosina di buono si riesce pure a combinarla.

Strana patina grigia su Milano.

Ma è solo un'impressione.
Che si scioglie come un dubbio al sole.

martedì 4 gennaio 2011

Donna barbuta.

A volte desidero la barba.
Lunga. Folta. Pelosa.

Se avessi la barba potrei giocare all'uomo duro.
Con le guance irsute. E spezzare il cuore di uomini e donne con noncuranza.
Mi farei le basette come Wolwerine.
I baffi alla francese.
Il pizzetto. Come si usava negli anni '90.
Poi mi stuferei.
Ed andrei in giro col volto pulito.
Come si conviene ad una signorina per bene.

E poi me la farei crescere di nuovo.
E la intreccerei come facevano i Vichinghi.

E da vecchia. Bianca o d'argento. Sarebbe prova dell'esperienza e della saggezza.
Della donna barbuta.